Qualche giorno fa è stata portata all’attenzione del sottoscritto una strana risposta riguardante lo stipendio dopo l’immissione in ruolo di un docente attualmente incaricato annuale. La domanda molto preoccupata riguardo la possibilità di “retrocedere” del proprio stipendio dopo 21 anni di servizio a seguito dell’immissione in ruolo. Ebbene, la risposta parziale alla domanda non chiariva fino in fondo la questione.
Sappiamo che un’altra amica ha risposto prontamente attraverso i social (dopo essersi informata con il sottoscritto) ma crediamo che la risposta possa essere riassunta in tre punti essenziali:
- con l’immissione in ruolo viene confermato lo stipendio in godimento (al 31 agosto), dunque se oggi (incaricato annuale) percepisco 1750 euro (circa) il mio stipendio di ruolo sarà di 1750 euro, ma a differenza dello stipendio derivante dalla “normale progressione”, sarà formato dallo stipendio fascia iniziale (fascia 0-8) e un assegno ad personam quale differenza tra la fascia in godimento quale incaricato annuale di religione e la fascia zero del nuovo ruolo (legge 27 del 2006 art. 1ter).
- Superato l’anno di formazione e prova, che è comunque vincolante anche per i docenti di religione, si procede nuovamente alla ricostruzione di carriera. Qualora ci dovesse essere un collocazione in una fascia inferiore (ma chi avrà 22 anni di servizio nella secondaria può stare tranquillo perché immediatamente collocato nella fascia 21-27; se in servizio nella primaria/inf. sarà assegnato nella fascia 15 e dovrà attendere due anni per essere ricollocato nella fascia 21 e nel frattempo percepirà quale assegno ad personam la differenza tra la fascia 15 e la 21, così come previsto dal DPR 399/88.
- L’affermare che si possono restituire dei soldi a seguito della nuova ricostruzione è una bufala lucana. Infatti ciò avviene se la scuola e la RTS non applicano correttamente la procedura prevista per i docenti di religione immessi nei ruoli. Mettendo in atto le procedure corrette e la ricostruzione precedente al ruolo è stata fatta correttamente così anche la progressione di carriera, non ci sarà nulla da restituire. Prestate attenzione!
- Dunque non bisogna aver timore di essere immessi in ruolo, ma ricordarsi che il tempo indeterminato è garanzia di continuità stipendiale (non c’è il problema annuale del contratto) e che i diritti saranno maggiori, basti pensare alla possibilità di continuare a percepire una retribuzione in caso di inabilità parziale alla mansione (per intenderci malattie invalidanti che non permettono di stare con gli alunni) si rimane comunque dipendenti nella scuola in mansioni più leggere con lo stesso e medesimo stipendio in godimento. Ci auguriamo che ciò possa un giorno realizzarsi… ad oggi siamo ancora nel 70% incaricati annuali. Giuseppe Favilla, vice segretario SAIR – Segretario generale naz. FeNSIR